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giovedì 26 luglio 2012

Cervelli in fuga


Enrico e i voti
"Preferisco che i voti vadano al Pdl piuttosto che disperdersi verso Grillo". Così Enrico Letta, vicesegretario del Pd, su un'intervista al Corsera. Grillo a noi non piace in alcun modo, ma sentire queste affermazioni da un autorevole esponente di un partito (si fa per dire...) di centrosinistra (anche qui si fa per dire) che aspira a governare il Paese, francamente ci pare troppo. Se Letta voleva fare un assist a Grillo c'è riuscito in pieno. Ancora una volta il Pd in confusione totale. Autorete.


Nichi e le dimissioni
Da Di Pietro e Vendola (ma non solo), spesso abbiamo sentito una frase, soprattutto riferita a Berlusconi e a molti suoi sodali coinvolti in inchieste, non ultimo l'attuale presidente della Regione Lombardia Formigoni: "chi è indagato deve dimettersi!". Pur essendo da sempre garantisti (per noi nessuno è colpevole fino alle condanne definitive), la condividiamo più che altro per una questione di dignità e di moralità. A maggior ragione, però, dovrebbe dimettersi chi è stato rinviato a giudizio! A meno che non si chiami Nichi Vendola. Incoerente

Anna e le preferenze
Anna Finocchiaro, presidente dei senatori del Pd, ha dichiarato che "il Pd vuole che i cittadini scelgano gli eletti, ma se qualcuno vuole una legge elettorale con le preferenze sappia che non siamo disponibili". E senza preferenze come faranno i cittadini a scegliere chi votare? Forse la Finocchiaro, sulla scena politica da ben 28 anni, ha paura di venire trombata alle prossime elezioni? Sarebbe pure l'ora che si facesse da parte e che non si ricandidasse più. Faccia di bronzo.

Rosy, Beppe, Pierferdinando e i matrimoni omosessuali
Non bastava il mitico Giovanardi che un giorno sì e l'altro pure inveisce contro gli omosessuali, con toni razzisti a dir poco. Rosy Bindi, dopo aver fatto una pessima figura all'assemblea del Pd, dove, appellandosi a cavilli burocratici, ha impedito che si votassero alcune proposte sul riconoscimento dei matrimoni fra omosessuali, ha citato, a supporto della sua (e non solo) posizione una sentenza della Corte Costituzionale che li proibirebbe. Come anche la Costituzione. Falso perché la Corte ha solo detto che per il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso è necessario una legge e non sia possibile estenderlo automaticamente. Nella Costituzione poi non c'è alcun articolo che li riguarda, tantomeno un divieto. Pinocchia.
Grillo si è voluto distinguere da par suo e, dopo essersi dichiarato opportunisticamente a favore dei matrimoni tra omosessuali, ha accusato la Bindi di non aver mai avuto problemi di convivenza con il vero amore. Non solo volgare ma anche maschilista. Una cosa è rispondere politicamente, un'altra è offendere personalmente. Sull'amore poi. Vergognoso.
Anche Casini ha voluto dire la sua, definendo i matrimoni tra omosessuali  incivili. Incivili e immorali sono le prebende e i privilegi che percepiscono i parlamentari. Ma su questo, il buon Pierferdi, preferisce glissare. Ipocrita.


Il Pd e lo statuto.
Lo statuto del Pd prevede che si possa essere candidati per un massimo di tre legislature. Rosy Bindi, che con l'attuale è alla sesta non potrebbe essere più candidabile. Con lei rischiano molti pezzi da novanta, tra i quali D'Alema, alla settima, Veltroni, alla sesta, Fioroni, alla quarta. In totale sono una settantina, non pochi. In molti, all'interno del Pd, cominciano a non sopportare più "l'arroganza della vecchia guardia nel ritenersi indispensabile" (Sandro Gozi in un'intervista alla Stampa). Il dilemma è concedere una deroga a tutti questi "vecchietti" o dare inizio a quel famoso rinnovamento nelle persone e nelle idee che tanto si predica a parole ma per nulla lo si pratica nei fatti? Amletici.


Silvio.
Abbiamo evitato di commentare la probabile ridiscesa in campo di Berlusconi. Il cui cervello è in fuga da troppo tempo ormai e non fa più notizia.

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