mercoledì 3 ottobre 2012
L’elefante nella stanza
Questa famosa espressione viene usata per denunciare una
situazione in cui evidenti verità vengono taciute per compiacere il potere,
politico e non. E’ proprio quello che sta succedendo, da un po’ di tempo a
questa parte, nel M5S. Il cui consigliere regionale Giovanni Favia, in una
recente puntata del programma “Piazzapulita”, ha affermato che nel M5S la
democrazia non esiste. Toh, che sorpresa. Un paio di mesi fa Marco Camisani
Calzolai, docente allo Iulm, ha pubblicato uno studio secondo il quale oltre la
metà dei follower di Grillo (e di altri politici), sono falsi. Mal gliene
incolse. La ritorsione dei grillini e del gran capo è stata immediata. Hanno
attaccato, attraverso il c.d. mailbombing[1], il malcapitato docente che, per tutelarsi, è stato costretto a
rivolgersi alle autorità competenti. E che dire della querelle tra il
neosindaco parmense Pizzarotti e Grillo sulla nomina (poi ritirata – il capo è
il capo!) di Valentino Tavolazzi cacciato dal Movimento perché inviso a Grillo
in quanto reo di aver denunciato lo strano connubio (mai chiarito…) tra lo
stesso e la Casaleggio Associati. Sandra Poppi, consigliere comunale di Modena,
espulsa perché accusata di denigrare il
movimento mentre aveva solo denunciato una scorrettezza ai suoi danni[2]. Vittorio Ballestrazzi, uno dei fondatori del M5S di Modena si oppone
all’espulsione. Cacciato anche lui. La lista degli epurati è lunga. A Cento i
dissidenti, cacciati perché non allineati riguardo al caso Tavolazzi, hanno
modificato il simbolo e il nome formando un nuovo movimento politico. Ma l’episodio
più grave resta il caso Favia. A parte la ridicola ipotesi del complotto (le
affermazioni sono state fatte durante un fuorionda), vecchio vizio italico
usato da molti per giustificare le proprie magagne[3], la faccenda è talmente seria
che Favia, formalmente solo sfiduciato ma non cacciato (che sottile forma di
esclusione…), ha replicato alle accuse di Grillo citando l’ormai famosa frase
di Fini “che fai mi cacci?”. Un capo che
decide, insindacabilmente e da solo, chi può far parte e chi può candidarsi (a
quando il “manifesto della pura razza grillina”?). Molti proclami e poche
proposte alcune delle quali veramente assurde come quella di introdurre a Parma
il fiorino come moneta di scambio al posto dell’euro. O come quella di rendere
pubbliche le leggi on line almeno tre mesi prima dell’approvazione in modo tale
da permettere ai cittadini di fare i propri commenti. Assurda perché, se ad
esempio, si trattasse di un provvedimento antievasione quel tempo potrebbe
bastare agli evasori per fare le contromosse. I militanti, pardon iscritti, del
M5S continuano a sostenere, mentendo sapendo di mentire, che sono indipendenti
da Grillo. Che rimane l’unico proprietario del logo e di conseguenza il dominus
incontrastato del M5S. Un dominus che si arroga il diritto divino, frutto di
una molto presunta superiorità morale, di parlare contro tutti e con qualsiasi
tono. E se qualcuno si difende da questi attacchi magari sporgendo querela,
Grillo si trincera dietro la libertà di parola e della rete. Se però è lui, o
il M5S, ad essere criticato allora scatena i suoi integralisti seguaci contro
il malcapitato di turno. Senza nemmeno chiedersi se le critiche sono fondate o
meno. Alla faccia della libertà di parola, della rete, del civile diritto di
critica e del dissenso e, soprattutto, della democrazia. Che non abita nel M5S.
[1] E’ una forma di attacco informatico
attraverso il quale grandi quantitativi di email vengono inviati ad un unico
destinatario provocandone l’intasamento della posta elettronica. Una delle
secondarie conseguenze è l’impossibilità di usare la connessione internet per
altri scopi o anche il crash dei server che sono preposti alla scansione antispam
e antivirus della posta stessa.
[2] La Poppi, alle regionali del 2009, si piazza
seconda alle spalle di Favia. Quest’ultimo, dovendo scegliere tra i collegi di
Modena, Bologna e Reggio Emilia, su indicazione del M5S, opta per il primo,
consentendo di entrare in Regione all’amico De Franceschi che aveva ottenuto
meno della metà delle preferenze della Poppi. Quando si dice la vera amicizia...
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4 commenti:
ma degli elefanti nella stanza, qui ed ora, a genzano di lucania, ne vogliamo parlare? perchè lo sguardo deve sempre andare lontano invece di soffermarsi su quello che c'è nelle immediate vicinanze? denunciare, criticare, fare opinione.. va bene tutto ma perchè non partire da QUI?
Accettiamo la critica anche se parzialmente fondata. Un partito deve essere giudicato, brutta parola non siamo ad un processo, per quel che fa, o tenta di fare, nel corso di più anni. Bé, con tutto il rispetto, da quando siamo "rinati" un po' di elefanti abbiamo cercato di toglierli .Purtroppo non abbiamo avuto alcun riscontro. E non è detto, solo perché non lo facciamo pubblicamente (qualcun altro dovrebbe invece, visto il ruolo che ricopre o pensa di ricoprire), che la nostra azione politica sia ferma. Diciamo che, rispetto al recente passato, è rallentata. E questo, hai ragione, non deve accadere.Vedremo di cambiare passo. D'altronde, prima o poi, si andrà al giudizio delle urne.
Si vabbè! Bla bla bla! Diciamo che l'errore è mio perchè ho mal posto la domanda. Vediamo se così ottengo una risposta: quale è la posizione del psi genzano sulla questione attuale inerente il castello di Monteserico sollevata dalla lettera del sindaco? Parliamone
Non è a noi che devi indirizzare i tuoi bla bla bla. A parte questo i socialisti di Genzano ritengono il Castello di Monteserico una risorsa da sfruttare. Come dicono al di là dell'Atlantico, stay tune!
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