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mercoledì 24 dicembre 2014

AUGURI

La sezione PSI "Pierino Scelsi" di Genzano augura a tutti Buone Feste

domenica 21 dicembre 2014

La scoperta di Talete

Era una bella mattina, chiara e mite, di dicembre. Il pensieroso Talete, col cane Argo, girava per l’arida brughiera. Ad un tratto la bestia cominciò a giochicchiare con qualcosa. Il padrone, incuriosito, si avvicinò e tolse dalle zampe del fedele amico un oggettino, un sassolino dalle dimensioni di una "nocellina", qualcosa di piccolo, ma lucentissimo, sfaccettato, e dallo splendore mai visto. Ne aveva sentito già parlare, ma schivo e discreto qual era, non se n’ era mai curato.
Si trattava, come seppe dopo, di un diamante, forma “allotropica” (no,no! Non è una parolaccia, ma, più semplicemente, la capacità di un elemento di presentarsi sotto aspetti e forme varie) del carbonio. In parole povere…un parente nobile del carbone, sì proprio il modesto e tanto usato, nel passato, ”riscaldatore“di membra umane. L’uomo, semplice e poco avvezzo a queste cose, non conoscendone il valore, lo prese solo in virtù del suo fulgore.
Tornato a casa ne fece dono all’adorata moglie, la dolce Eufrasia, che immediatamente, pur senza afferrarne il valore, se ne invaghì. Tutta giuliva lo portò dall’ orefice di famiglia, perché ne facesse un monile, un ciondolo, per adornarsene, il giorno di Natale…ormai prossimo.
La faccenda, però, si divulgò in un batter d’occhi e arrivò alle orecchie del governatore di quella terra, la Basilandia. Questi, esperite le dovute indagini, seppe che lì, di quelle “nocelline”, se ne trovavano in quantità industriali . In men che non si dica, sparsa, ormai, la voce, fu convocato dal Re che gli spiegò: “Le risorse del sottosuolo appartengono allo stato”, e lo invitò a mettersi in contatto con L’E.N.E. (Ente Nazionale Estrazioni) che avrebbe provveduto ad estrarre, appunto, questi materiali. Lo avvisò, in verità, di concordare per la sua terra il dovuto indennizzo, perché gli era dovuto.
Il bravo Governatore, prima di tutto incaricò giuristi perché chiedessero, per la propria terra, lo stato di regione autonoma onde sfruttare al meglio, secondo i propri intendimenti e nell’esclusivo interesse dei propri cittadini, le risorse locali; poi, contattato l’ente, pretese sui ricavi royalties del 60 % come era consuetudine un po’ dappertutto, e,...GARANZIE sulla salvaguardia delle territorio interessato all’estrazione. Ottenne, così la piantumazione di tutta la zona a monte dello scavo, per evitare frane nel futuro e probabili colate di fango dalle viscere aperte della montagna. Incaricò pure, per il trattamento,dei Residui Dannosi dello Scarto, il “ Deutsch Institution Depolluting” (Ente Disinquinante Tedesco ), una seria società tedesca. L’E.N.E. accettò tutto, solo sulle royalties tirò un po’ sul prezzo e si accordarono per un più modesto, ma niente male, 50 %.
Cominciò l’estrazione e arrivarono i primi fondi. Si insediò subito una commissione di esperti per decidere come sfruttare al meglio tanto ben di Dio, e fu deciso per quella terra un destino all’insegna dell’ambientalismo. Via le porcilaie, le ferriere, le grandi fabbriche non alimentari, via i termovalorizzatori , prima fra tutti…la Fenice. Banditi tutti i prodotti chimici, a favore di un’agricoltura sana e biologica. Si pensò, inoltre, di costruire scuole nuove, sicure, antisismiche, che si interessassero, tra l’altro, di progetti per la conoscenza e la salvaguardia delle risorse, culturali e non, autoctone; di strade a scorrimento veloce, sicure anch’esse. 

Il governatore potè, tra l’altro dare esecuzione al progetto di una superstrada, vecchio sogno, dell’ eccentrico politico Nicola Savano , di creare un passante trasversale per la sua regione che permettesse di unire l’Adriatico da Foggialandia, più o meno, al Tirreno di Maraterra, intersecando le già esistenti strade a scorrimento veloce, tutte parallele tra loro: la Bradonica, la Busentana, la Val d’Acre, la Sennica e la fondovalle del fiume Nocino. Andare da Foggialandia a Maraterra divenne una “pazziella”.
Fu costruita una rete ferroviaria elettrificata, economicissima, a scarso impatto ambientale, moderna, veloce, efficiente, che eliminando gran parte dei trasferimenti su gomma, limitò molto l’inquinamento mentre collegava la regione alle viciniori, sottraendola al suo secolare isolamento. Crebbero a macchia d’olio, soprattutto nei centri abitati, le isole pedonali e le ZTL . Fu incentivato l’acquisto, per il pubblico e il privato, di strumenti atti a produrre energia pulita e sicura. Le mamme per salvaguardare il futuro dei figli si munirono, tutte, di capaci ed ecologiche borse per la spesa, in rafia, allo scopo di ridurre al massimo l’uso delle indistruttibili borse in plastica. Qualcuna, più “naturista”, pensò anche, nell’interesse dei neonati, di tornare agli storici pannolini e mutandine in stoffa, lavabili, riutilizzabili e privi di plastica (degna figlia di un altro pericoloso “mostro” inquinante). I cittadini rottamarono le loro auto vecchie e fumose, e, per i piccoli spostamenti veramente indispensabili, si servirono solo di vettori elettrici. I contadini per limitare al massimo l’acquisto degli indispensabili attrezzi da lavoro, era impensabile tornare ad arare e seminare con muli e buoi…fondarono cooperative e associazioni e presero l’impegno di limitare allo stretto necessario l’uso dei mezzi dalla tecnologia obsoleta e altamente inquinanti. A casa, poi, dai poderi, tornavano con pratici, economici e per niente inquinanti, motorini e biciclette servoassistiti elettricamente . 
Qualcuno, tra quelli con i poderi più vicini, prese l’abitudine, provvida per la propria salute, di spostarsi a...piedi.
Nacquero numerose associazioni intercomunali che con garbo, determinazione e numerosi dibattiti pubblici, prospettarono alternative SERIE e REALIZZABILI, e con tanta…pazienza, fecero capire ai testoni, ancora numerosi, i rischi derivanti dall’estrazione indiscriminata di questi prodotti così largamente presenti in quelle contrade…
Ma l’idea più geniale fu quella di rendere zona franca da tasse, sfruttando i proventi dalle royalties, la propria terra, attirando varie aziende, (solo quelle ecologiche, veh!), come era già stato sperimentato con buoni risultati, in contrade molto lontane. Queste, trovando il tutto conveniente, investirono ed aprirono opifici in Basilandia . Non si erano mai visti tanti posti di lavoro, puliti, in quel territorio. La gente veniva da posti lontani a stabilirsi lì, per godere di un reddito sicuro e vivere in un “clima” ancora “salubre” e dal buon sapore ”umano”.
Il denaro circolava. I sindaci resero decorosi e accettabili i loro comuni, qualcuno, in verità, ne approfittò rifacendo più volte la stessa piazza , ma poco interessava, i soldi c’erano e la gente lavorava. I muratori ripresero a costruire. I commercianti facevano affari d’oro e con loro i piccoli artigiani.
I giovani del luogo non avevano più bisogno di seguire le orme dei padri, emigrati. Lavoravano felici sul posto, si sposavano e, sicuri del loro futuro, mettevano al mondo tanti figli che fecero presto raddoppiare la popolazione del territorio, portando anche una ventata di gioventù.
Non si sentiva più un mugugno, tranne quello di qualche lamentoso meccanico, si sa, c’è sempre qualcuno che non é mai contento, dacché non avevano più da riparare o sostituire braccetti e ammortizzatori di auto che filavano veloci e sicure su strade perfette e prive di piccoli crateri (“i buchi”).
Ognuno aveva di che vivere in tranquillità e tutti sentivano il dovere di lodare la "saggezza” e la “lungimiranza” dei propri governanti . 
Un pensiero particolare andò al primo di tutti, don Gegè, che aveva dimostrato molto acume nello sfruttamento, così intelligente,  di tanta risorsa- volano per uno stile di vita sano e decoroso. Qualcuno si ricordò anche del buon Talete, e tutti vissero felici e contenti...o quasi!!!!!!
Si era, finalmente, realizzato il sogno dell’amministratore locale Pierino Sciulzo. Fin dagli albori della vicenda, e nella sua pur corta e sfortunata vita, egli, nelle infinite passeggiate lungo il corso principale del suo paese, sciorinava, fino alla noia, idee su un futuro ricco e pulito per quel lembo di territorio, la sua regione, la “sua” Basilandia, per la quale profetizzava un futuro da…piccola Svizzera (parole sue).
E’ veramente accaduto? Dove?…In terra di Basilandia?
...MACCHE’ !!!
E’… semplicemente un bel sogno natalizio !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A U G U R I  A  T U T T I !!!!!!!!!!!!!!!!

                                                            Michele Cerasuolo

giovedì 4 dicembre 2014

Incontro

Venerdì 5 dicembre presso Palazzo Regina Elena a Genzano si è tenuto un incontro dibattito sulle proposte del Psi in Consiglio Regionale.

 



Il segretario cittadino Vito Quagliara e il consigliere regionale Francesco Pietrantuono

mercoledì 19 novembre 2014

Seminario sul lavoro

Sabato 22 novembre presso il Centro Nitti di Melfi si terrà il seminario "Il lavoro per la crescita del Mezzogiorno" organizzato dal Psi Basilicata in collaborazione con la rivista Mondoperaio e la Fondazione Socialismo. Di seguito il manifesto e l'articolo apparso oggi sulla Nuova del Sud.








lunedì 21 luglio 2014

Discriminazione


In questi giorni in cui l'attenzione mediatica è principalmente rivolta al conflitto israelo-palestinese, a quello ucraino e all'assoluzione di Berlusconi per il caso Ruby, ci è balzata agli occhi una notizia che, seppur non come le suddette, ci pare importante e degna di essere commentata. Una docente, da alcuni anni impiegata in un istituto religioso privato di Trento, è stata licenziata. Per far quadrare i conti è stato detto. In realtà, come subito si è scoperto, la docente è stata licenziata per il suo orientamento sessuale. Perché è omosessuale. La madre superiora, direttrice dell'istituto, si è giustificata dicendo di aver fatto una valutazione "di carattere etico-morale". A questo punto alcune domande nascono spontanee. La valutazione "etico-morale" è stata fatta per ogni docente che lavora nell'istituto? E su cosa si basa questa valutazione? La realtà è che si tratta di discriminazione, sessuale in questo caso, bella e buona. La giustificazione addotta dalla direttrice dell'istituto, dunque, non sta "né in cielo né in terra". Non sta "in cielo" perché una persona di fede cristiana, prima ancora che cattolica, dovrebbe (il condizionale ci pare d'obbligo in questo caso) sapere che tutti sono uguali, come affermato duemila anni fa da un tizio di cui ci sfugge il nome, e comportarsi di conseguenza. Non sta "in terra" perché da cittadina dovrebbe conoscere la Costituzione Italiana e quindi sapere che, per legge, tutti sono uguali e non possono essere discriminati per alcun motivo. E come se non bastasse, l'istituto percepisce fondi pubblici. Ma sul finanziamento pubblico alle scuole private e, in generale sui privilegi della Chiesa, noi socialisti abbiamo già dato. Inutilmente[1]


[1] Si veda il post “Dio e Cesare” del 25.08.2011

giovedì 27 marzo 2014

CASO POTENZA: IL VIETNAM DELLA POLITICA REGIONALE

Di seguito postiamo una nota del nostro segretario regionale Livio Valvano sul caso Potenza.

"Il caso Potenza città è l’attuale VIETNAM della politica regionale, sia nel centro destra che nel centrosinistra.
E’ una realtà che non favorisce l’affermazione dell’interesse generale di una comunità afflitta da problemi molto seri e strutturali, che richiederebbero, invece, una unità politica di fondo.
L’assenza di un governo politico all’interno del Partito Democratico, sottoposto ad unatravagliata ridefinizione delle relazioni interne che non hanno ancora partorito una nuova maggioranza in vista del congresso regionale, sta allargando il fronte di guerra a tutte le forze minori.
Il PSI intende sottrarsi dal partecipare ad una guerra inutile, anzi dannosa, nel tentativo di favorire la  ricomposizione dell’alleanza politica del centrosinistra nella sua interezza.
Al tavolo cittadino della coalizione il PSI ha già comunicato il disappunto su come è stata condotta l’attività di costruzione dell’alleanza fino a questo momento; non sono consentibili ulteriori errori.
Nell’interesse della comunità, oggi, è necessario fare qualche passo indietro per garantire le condizioni di base su cui si costruisce una offerta politica. 
Innanzitutto i valori e un minimo di obbiettivi di fondo condivisi per la città, su cui una coalizione si può riconoscere. Serve, poi, chiarire l’articolazione della coalizione, le forze politiche e le liste.
Infine, va condiviso e non imposto, il metodo con cui si arriva a scegliere il candidato Sindaco. Sono le attività minime, a tutti note, indispensabili per creare il collante politico, l’alimento principe di una coalizione unita, che con vincolo di solidarietà si dispone a vincere le elezioni e a governare la città con una visione e degli obbiettivi programmatici.
Tutto ciò fino a questo momento manca.
Ciò che, invece, abbonda sono gli atti di ostilità tra fazioni che si contendono spazi politici, di prospettiva, che non hanno nulla a che vedere con la città di Potenza. Al momento ci sembra che l’unico strumento utile per creare il clima e per puntare alla unità politica della coalizione siano le primarie. Lo diciamo con la difficoltà e la sofferenza di un partito come il PSI che crede ancora nel primato della politica e che attribuisce alle forze politiche il ruolo di fare le scelte programmatiche e organigrammatiche necessarie a perseguire l’interesse collettivo, senza dover delegare agli elettori, fra l’altro senza regole, una scelta che dovrebbe essere propria dei partiti.
Ma quando i partiti dimostrano di non essere in grado di gestire i processi, di stabilire scelte con il dibattito interno ed esterno nella coalizione, allora non resta che far ricorso ai poteri sostitutivi del confronto democratico
attraverso le primarie, dove il PSI parteciperà sostenendo un candidato che vorrà sposare una visione riformista per il governo di Potenza.
Nella interpretazione bellica, il VIETNAM lucano non sembra lasciarci altra scelta, salvo che gli schieramenti in campo non decidano all’ultimo momento di farprevalere la politica".
L.Valvano

mercoledì 19 marzo 2014

3° Congresso Cittadino



Sabato 15 marzo si è celebrato il 3° Congresso Cittadino del Partito Socialista Italiano di Genzano. E' stato eletto nuovo segretario il compagno Vito Quagliara, già componente della direzione regionale del partito e vice-segretario uscente. Di seguito riportiamo l'intervento del neo-segretario e l'articolo apparso su Il Quotidiano della Basilicata del 18 marzo.

"Gentili ospiti, rappresentanti delle forze politiche, compagne, compagni.

Voglio ringraziare innanzitutto il segretario regionale Livio Valvano, il consigliere regionale e presidente della III Commissione Francesco Pietrantuono e il coordinatore regionale Antonio Giansanti. La loro presenza è un ulteriore segno tangibile dell’attenzione e della vicinanza del partito nei nostri confronti. Do un particolare benvenuto ai neo-eletti segretario e vice-segretario provinciali, i compagni Franco Simone e Nicola Giansanti, per la prima volta qui a Genzano, ai compagni Antonio Abruzzese di Forenza, Nicola Errico segretario cittadino di Venosa, a tutti gli altri compagni presenti stasera. Ringrazio il sindaco Rocco Cancellara e i rappresentanti locali dei partiti intervenuti, Graziano Maraula segretario del Pd, Viviana Cervellino di Sel, Alessandro Filippetti di Centro Democratico e Valerio Caputo del M5S. Grazie all’amico Gianrocco Guerriero corrispondente locale del Quotidiano della Basilicata. Infine un sentito e doveroso ringraziamento al segretario uscente Alessandro Ciola per il proficuo lavoro svolto in questi tre anni. Siamo qui stasera per celebrare il 3° Congresso cittadino del Partito Socialista di Genzano. Il congresso è un momento fondamentale nella vita di un partito. E’ il momento in cui si tirano le somme dell’attività politica svolta e si traccia il cammino di quella futura, imparando dagli errori commessi e facendo tesoro delle cose buone realizzate dalle quali ripartire. In questi ultimi tempi, anche e soprattutto alla luce della mia candidatura a segretario cittadino, mi sono spesso chiesto se valesse ancora la pena fare politica. La gente è sempre più lontana dalla politica, una politica che ha perso di credibilità. E allora perché continuare? Innanzitutto per passione. Una passione che mi lega a persone che sono amici prima ancora che compagni, una passione che si è trasformata, fin da subito, nell’appartenenza alla famiglia e alla cultura del socialismo riformista italiano. Una cultura che pian piano ricomincia a essere più presente nel panorama politico nazionale, nonostante in questi ultimi anni siano state ignorate, o attribuite ad altri, alcune importanti battaglie del nostro partito. Penso all’abolizione del porcellum o al reddito di cittadinanza, già proposti da noi nel lontano 2009 o al recupero dell’Ici sugli immobili commerciali della Chiesa, emendamento bocciato in Parlamento pochi mesi fa, che avrebbe permesso allo Stato Italiano di recuperare ben 4 miliardi di euro. Penso alle proposte in tema di diritti civili, sull’occupazione, sulla riduzione della tassazione per i redditi medio bassi, sull’aumento della stessa per le rendite finanziarie. Proposte peraltro adottate l’altro ieri dal Consiglio dei Ministri. E’ questo il riformismo socialista. In Basilicata l’eccezionale risultato, ottenuto alle scorse regionali, deve essere un punto di partenza e uno sprone per tutti noi. Quasi 4mila voti in più rispetto alle regionali del 2010, che ci hanno permesso di diventare la seconda forza politica della sinistra, dopo il Pd, e di eleggere a consigliere Francesco Pietrantuono. Abbiamo saputo interpretare al meglio la voglia di rinnovamento del popolo lucano. Siamo stati, infatti, l’unico partito che ha proposto una squadra di candidati completamente nuova. Il principale artefice di questo successo è il nostro segretario regionale Livio Valvano che con la sua fermezza, con la sua coerenza e la sua determinazione, unita al lavoro e all’impegno dei candidati e di tutti i compagni che si sono spesi durante la competizione elettorale, ha permesso di raggiungere questo risultato, per molti, sorprendente. Voglio ricordare alcune nostre proposte. Sul nuovo statuto regionale, la cui adozione non è più prorogabile, in primis la separazione tra la carica di consigliere e quella di assessore regionale perché controllore e controllato non possono essere le stesse persone. Sull’accorpamento di enti doppioni, AATO Acqua e Acquedotto Lucano ad esempio. E in tema di diritti civili voglio ricordare l’immediata presa di posizione di Francesco Pietrantuono in seno al consiglio regionale, riguardo alla demagogica proposta di legge presentata non più di un mese fa da un consigliere di opposizione, proposta che subito ha trovato una maggioranza trasversale, circa l'istituzione di un sussidio economico mensile alle donne che rinuncerebbero ad interrompere la gravidanza. Una posizione, quella di Francesco Pietrantuono, di netta contrarietà. Qui a Genzano, dove la situazione politica è da troppo tempo ferma, abbiamo ripreso la nostra azione. Il documento, presentato in consiglio comunale da Alessandro Ciola, sull’impianto energetico di Palazzo - Banzi, la nostra chiara posizione sulla ormai nota vicenda dei finanziamenti per lo schema irriguo Basento – Bradano e la celebrazione di questo congresso ne sono testimonianza. E’ evidente che c’è da fare molto altro. I temi sono tanti, alcuni più importanti di altri, e devono essere affrontati. E’ mia ferma convinzione che se si vuol cambiare qualcosa non bisogna aspettare sempre che gli altri lo facciano per noi. Troppo facile stare alla finestra e criticare o ergersi su un piedistallo per pontificare senza mai sporcarsi le mani. Noi vogliamo invece essere protagonisti del cambiamento e costruire un futuro migliore. Lo vogliamo fare iniziando a recuperare quella funzione sociale che aveva la politica, cioè il rapporto diretto con la gente. Anacronistico, in tempi di facebook e twitter, ma forse una delle poche soluzioni per tentare di recuperare un po’ di fiducia nella politica da parte delle persone. I social network sono utili strumenti di comunicazione ma non possono sopperire ai rapporti interpersonali. La politica si fa in maniera seria, credibile, con i temi, le idee, le proposte. Non si fa solo dietro la tastiera di un computer o di uno smartphone. E’ questo quello che vogliamo ricominciare a fare. Siamo convinti e determinati nel percorrere questa strada. Chi vorrà percorrerla insieme a noi, siano essi partiti, associazioni, cittadini, l’ amministrazione, sappia che troverà un partito aperto, pronto a discutere e confrontarsi in modo civile e democratico, nel rispetto di ognuno, ma che non farà sconti a nessuno. Abramo Lincoln diceva: “commettere il peccato del silenzio quando dovremmo protestare, rende codardo l’uomo”. Noi non abbiamo alcuna intenzione di continuare a restare in silenzio. Sappiamo che non è un percorso semplice ma lavoreremo con il massimo impegno per costruirlo.
Facciamo quel che possiamo, succeda quel che deve.
Grazie a tutti."













 

giovedì 2 gennaio 2014

Comunicato stampa



Il Psi di Genzano esprime viva preoccupazione per la notizia apparsa su alcuni quotidiani locali, circa la sottrazione, da parte del governo nazionale, dei fondi destinati allo schema irriguo Bradano-Basento, che verranno dirottati su Expo 2015 di Milano.La nostra preoccupazione non è solo rivolta all’aspetto occupazionale, fondamentale ancor più in questi tempi di crisi, ma anche a quello infrastrutturale. Come può un territorio come il nostro, così bisognoso di infrastrutture, ridurre il gap dello sviluppo, se ogniqualvolta vengono distolti fondi consistenti (quasi 70ml.di euro), peraltro già destinati dal Cipe, a favore del Nord. Con tutto il rispetto per Expo 2015, noi socialisti riteniamo più importante far ripartire un’economia, ormai da troppo tempo ferma, come quella dei nostri territori. Ci auguriamo che tutte le forze politiche sappiano opporsi con forza, insieme al governo regionale e alle amministrazioni locali, a questo che è un vero e proprio scippo. Ed un’offesa alla nostra comunità.