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mercoledì 28 settembre 2011

Vent’anni dopo


Ci stavamo accingendo a scrivere un nuovo post quando ci imbattiamo in un articolo online di uno dei maggiori quotidiani italiani. All’inizio abbiamo pensato ad una boutade, talmente incredibile era il contenuto dell’articolo. Rileggendolo più volte (non credevamo ai nostri occhi!) abbiamo capito che si trattava di una cosa seria. No, gentili lettori, non ci riferiamo al tunnel di Mariastella Gelmini (beata innocenza! Ma come ci riesce?) ma ad Antonio Di Pietro. Il quale, pochi giorni fa alla festa laziale dell’Idv ha rivalutato, e con quali termini, la figura politica di Bettino Craxi. Sì, avete letto bene, non è un’allucinazione. Sorpresi? Immaginatevi noi. E immaginiamo come si possano essere sentiti gli iscritti e i simpatizzanti dell’Idv. Probabilmente avranno pensato che il loro leader fosse uscito di senno. Non bastavano gli attacchi a Napolitano, una gestione poco limpida del partito e le ultime uscite su futuri alleati indesiderati. Addirittura la rivalutazione politica di Craxi. Rivalutazione che ormai è da tempo avviata nella giusta direzione dell’obiettività storica, con buona pace di chi ancora, ostinatamente, continua ad avere le fette di salame sui propri occhi (Rosy Bindi in primis). Ma che il riconoscimento politico della figura di Craxi come un grande statista (è di ieri un articolo, sempre di un importante quotidiano nazionale, che racconta della fermezza usata nei confronti di Reagan durante i giorni di Sigonella da Craxi, che arrivò a mentire all’alleato americano pur di difendere e far rispettare la sovranità italiana, riuscendoci in toto) arrivasse da Antonio Di Pietro francamente non ce lo aspettavamo. “Le idee politiche di Craxi erano giuste” e sebbene questo talento politico sia stato vanificato dallo stesso con i comportamenti illegali che conosciamo, “le sue scelte politiche Io le considero importanti”. E non da adesso visto che  già negli anni Ottanta, ammette Di Pietro, seguiva con un certo interesse il Psi di Craxi. Accidenti! Sarà stato anche tardivo ma questo riconoscimento politico, non opportunistico e ipocrita come altri, è estremamente significativo. Il che non cambia il nostro giudizio sull’Idv e su Di Pietro. Sicuramente però apre le porte ad una considerazione più generale. Che riguarda un passato ormai alle nostre spalle e che, in relazione a quello cui assistiamo in questi giorni (e da qualche anno) deve essere riconsiderato in un’ottica diversa. Le affermazioni di Di Pietro sul Craxi politico, che fanno da pendant a quelle più generali di F.S. Borelli che abbiamo riportato in un precedente post ("la nuova questione morale" del 27 luglio scorso), rappresentano non solo un riconoscimento politico sincero e scevro da ogni strumentalizzazione ma anche una giudizio ponderato e oggettivo sulla politica socialista, sui suoi errori, a volte molto gravi, e sulle sue grandi azioni e intuizioni. E’ giunto il momento di chiudere questa dolorosa, perché lo è stata, ma importante stagione della vita politica dell’Italia repubblicana. E guardare ad essa per non ripetere gli errori allora commessi e per prendere da esempio la grande spinta innovativa della politica e della cultura socialista e riformista di quegli anni. Cosa che purtroppo non è ancora avvenuta. Altrimenti non staremmo in queste condizioni.

domenica 11 settembre 2011

In memoria

Ognuno di noi ha la propria personale visione di ciò che è successo 10 anni fa. C'è chi crede al complotto interno, chi invece ritiene sia opera del terrorismo islamico. Non sappiamo quale sia la verità. Sappiamo solo che c'è stata morte e distruzione. Oggi noi vogliamo solo ricordare le vittime di questa follia tutta umana. Per non dimenticare.