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sabato 25 aprile 2015

LIBERAZIONE

A tutti coloro che hanno combattuto per la nostra libertà.

Sempre 25 aprile



domenica 25 gennaio 2015

COMUNICATO STAMPA PSI BASILICATA

Si è riunita venerdì 23 gennaio la Direzione regionale del Partito Socialista, a cui hanno partecipato gli organismi dirigenti provinciali di Potenza e Matera oltre amministratori locali e segretari di sezione della Basilicata, “per analizzare la situazione interna del partito e per rilanciare l’azione politica alla luce dei recenti fatti giudiziari che hanno visto coinvolto il Segretario Regionale Livio Valvano”.
La Direzione regionale ha espresso “unanime e totale solidarietà al proprio Segretario Livio Valvano, nella convinzione che l’onesta e l’impegno politico oltre che l’apprezzato e qualificato agire amministrativo quotidiano, sempre ispirato ai più alti valori morali ed improntato al servizio del bene della comunità lucana, emergeranno in modo chiaro ed in tempi brevi.Tutta la comunità socialista lucana è fermamente intenzionata ad assicurare continuità al proficuo lavoro politico portato avanti dal segretario Valvano, temporaneamente impedito.
Pertanto, nell’attesa di un positivo esito della vicenda, con grande senso di unità e  compattezza, la Direzione regionale ha ribadito il mandato politico sancito dal congresso regionale in capo agli organi statutari vigenti e, riconoscendo l’ottimo lavoro svolto sino ad ora nei rapporti con le altre forze politiche, ritiene utile proseguire su tale strada.
La compattezza e l’unità dell’assemblea dimostra ancora una volta che il Partito Socialista di Basilicata è capace di assicurare stabilità e continuità all’azione politica svolta e da svolgere, nel convincimento della giustezza delle posizioni  sin qui sostenute continuando a lavorare lealmente al servizio delle istituzioni.
La bussola socialista continua a puntare sul bene della comunità lucana”.




mercoledì 24 dicembre 2014

AUGURI

La sezione PSI "Pierino Scelsi" di Genzano augura a tutti Buone Feste

domenica 21 dicembre 2014

La scoperta di Talete

Era una bella mattina, chiara e mite, di dicembre. Il pensieroso Talete, col cane Argo, girava per l’arida brughiera. Ad un tratto la bestia cominciò a giochicchiare con qualcosa. Il padrone, incuriosito, si avvicinò e tolse dalle zampe del fedele amico un oggettino, un sassolino dalle dimensioni di una "nocellina", qualcosa di piccolo, ma lucentissimo, sfaccettato, e dallo splendore mai visto. Ne aveva sentito già parlare, ma schivo e discreto qual era, non se n’ era mai curato.
Si trattava, come seppe dopo, di un diamante, forma “allotropica” (no,no! Non è una parolaccia, ma, più semplicemente, la capacità di un elemento di presentarsi sotto aspetti e forme varie) del carbonio. In parole povere…un parente nobile del carbone, sì proprio il modesto e tanto usato, nel passato, ”riscaldatore“di membra umane. L’uomo, semplice e poco avvezzo a queste cose, non conoscendone il valore, lo prese solo in virtù del suo fulgore.
Tornato a casa ne fece dono all’adorata moglie, la dolce Eufrasia, che immediatamente, pur senza afferrarne il valore, se ne invaghì. Tutta giuliva lo portò dall’ orefice di famiglia, perché ne facesse un monile, un ciondolo, per adornarsene, il giorno di Natale…ormai prossimo.
La faccenda, però, si divulgò in un batter d’occhi e arrivò alle orecchie del governatore di quella terra, la Basilandia. Questi, esperite le dovute indagini, seppe che lì, di quelle “nocelline”, se ne trovavano in quantità industriali . In men che non si dica, sparsa, ormai, la voce, fu convocato dal Re che gli spiegò: “Le risorse del sottosuolo appartengono allo stato”, e lo invitò a mettersi in contatto con L’E.N.E. (Ente Nazionale Estrazioni) che avrebbe provveduto ad estrarre, appunto, questi materiali. Lo avvisò, in verità, di concordare per la sua terra il dovuto indennizzo, perché gli era dovuto.
Il bravo Governatore, prima di tutto incaricò giuristi perché chiedessero, per la propria terra, lo stato di regione autonoma onde sfruttare al meglio, secondo i propri intendimenti e nell’esclusivo interesse dei propri cittadini, le risorse locali; poi, contattato l’ente, pretese sui ricavi royalties del 60 % come era consuetudine un po’ dappertutto, e,...GARANZIE sulla salvaguardia delle territorio interessato all’estrazione. Ottenne, così la piantumazione di tutta la zona a monte dello scavo, per evitare frane nel futuro e probabili colate di fango dalle viscere aperte della montagna. Incaricò pure, per il trattamento,dei Residui Dannosi dello Scarto, il “ Deutsch Institution Depolluting” (Ente Disinquinante Tedesco ), una seria società tedesca. L’E.N.E. accettò tutto, solo sulle royalties tirò un po’ sul prezzo e si accordarono per un più modesto, ma niente male, 50 %.
Cominciò l’estrazione e arrivarono i primi fondi. Si insediò subito una commissione di esperti per decidere come sfruttare al meglio tanto ben di Dio, e fu deciso per quella terra un destino all’insegna dell’ambientalismo. Via le porcilaie, le ferriere, le grandi fabbriche non alimentari, via i termovalorizzatori , prima fra tutti…la Fenice. Banditi tutti i prodotti chimici, a favore di un’agricoltura sana e biologica. Si pensò, inoltre, di costruire scuole nuove, sicure, antisismiche, che si interessassero, tra l’altro, di progetti per la conoscenza e la salvaguardia delle risorse, culturali e non, autoctone; di strade a scorrimento veloce, sicure anch’esse. 

Il governatore potè, tra l’altro dare esecuzione al progetto di una superstrada, vecchio sogno, dell’ eccentrico politico Nicola Savano , di creare un passante trasversale per la sua regione che permettesse di unire l’Adriatico da Foggialandia, più o meno, al Tirreno di Maraterra, intersecando le già esistenti strade a scorrimento veloce, tutte parallele tra loro: la Bradonica, la Busentana, la Val d’Acre, la Sennica e la fondovalle del fiume Nocino. Andare da Foggialandia a Maraterra divenne una “pazziella”.
Fu costruita una rete ferroviaria elettrificata, economicissima, a scarso impatto ambientale, moderna, veloce, efficiente, che eliminando gran parte dei trasferimenti su gomma, limitò molto l’inquinamento mentre collegava la regione alle viciniori, sottraendola al suo secolare isolamento. Crebbero a macchia d’olio, soprattutto nei centri abitati, le isole pedonali e le ZTL . Fu incentivato l’acquisto, per il pubblico e il privato, di strumenti atti a produrre energia pulita e sicura. Le mamme per salvaguardare il futuro dei figli si munirono, tutte, di capaci ed ecologiche borse per la spesa, in rafia, allo scopo di ridurre al massimo l’uso delle indistruttibili borse in plastica. Qualcuna, più “naturista”, pensò anche, nell’interesse dei neonati, di tornare agli storici pannolini e mutandine in stoffa, lavabili, riutilizzabili e privi di plastica (degna figlia di un altro pericoloso “mostro” inquinante). I cittadini rottamarono le loro auto vecchie e fumose, e, per i piccoli spostamenti veramente indispensabili, si servirono solo di vettori elettrici. I contadini per limitare al massimo l’acquisto degli indispensabili attrezzi da lavoro, era impensabile tornare ad arare e seminare con muli e buoi…fondarono cooperative e associazioni e presero l’impegno di limitare allo stretto necessario l’uso dei mezzi dalla tecnologia obsoleta e altamente inquinanti. A casa, poi, dai poderi, tornavano con pratici, economici e per niente inquinanti, motorini e biciclette servoassistiti elettricamente . 
Qualcuno, tra quelli con i poderi più vicini, prese l’abitudine, provvida per la propria salute, di spostarsi a...piedi.
Nacquero numerose associazioni intercomunali che con garbo, determinazione e numerosi dibattiti pubblici, prospettarono alternative SERIE e REALIZZABILI, e con tanta…pazienza, fecero capire ai testoni, ancora numerosi, i rischi derivanti dall’estrazione indiscriminata di questi prodotti così largamente presenti in quelle contrade…
Ma l’idea più geniale fu quella di rendere zona franca da tasse, sfruttando i proventi dalle royalties, la propria terra, attirando varie aziende, (solo quelle ecologiche, veh!), come era già stato sperimentato con buoni risultati, in contrade molto lontane. Queste, trovando il tutto conveniente, investirono ed aprirono opifici in Basilandia . Non si erano mai visti tanti posti di lavoro, puliti, in quel territorio. La gente veniva da posti lontani a stabilirsi lì, per godere di un reddito sicuro e vivere in un “clima” ancora “salubre” e dal buon sapore ”umano”.
Il denaro circolava. I sindaci resero decorosi e accettabili i loro comuni, qualcuno, in verità, ne approfittò rifacendo più volte la stessa piazza , ma poco interessava, i soldi c’erano e la gente lavorava. I muratori ripresero a costruire. I commercianti facevano affari d’oro e con loro i piccoli artigiani.
I giovani del luogo non avevano più bisogno di seguire le orme dei padri, emigrati. Lavoravano felici sul posto, si sposavano e, sicuri del loro futuro, mettevano al mondo tanti figli che fecero presto raddoppiare la popolazione del territorio, portando anche una ventata di gioventù.
Non si sentiva più un mugugno, tranne quello di qualche lamentoso meccanico, si sa, c’è sempre qualcuno che non é mai contento, dacché non avevano più da riparare o sostituire braccetti e ammortizzatori di auto che filavano veloci e sicure su strade perfette e prive di piccoli crateri (“i buchi”).
Ognuno aveva di che vivere in tranquillità e tutti sentivano il dovere di lodare la "saggezza” e la “lungimiranza” dei propri governanti . 
Un pensiero particolare andò al primo di tutti, don Gegè, che aveva dimostrato molto acume nello sfruttamento, così intelligente,  di tanta risorsa- volano per uno stile di vita sano e decoroso. Qualcuno si ricordò anche del buon Talete, e tutti vissero felici e contenti...o quasi!!!!!!
Si era, finalmente, realizzato il sogno dell’amministratore locale Pierino Sciulzo. Fin dagli albori della vicenda, e nella sua pur corta e sfortunata vita, egli, nelle infinite passeggiate lungo il corso principale del suo paese, sciorinava, fino alla noia, idee su un futuro ricco e pulito per quel lembo di territorio, la sua regione, la “sua” Basilandia, per la quale profetizzava un futuro da…piccola Svizzera (parole sue).
E’ veramente accaduto? Dove?…In terra di Basilandia?
...MACCHE’ !!!
E’… semplicemente un bel sogno natalizio !!!!!!!!!!!!!!!!!!!
A U G U R I  A  T U T T I !!!!!!!!!!!!!!!!

                                                            Michele Cerasuolo

giovedì 4 dicembre 2014

Incontro

Venerdì 5 dicembre presso Palazzo Regina Elena a Genzano si è tenuto un incontro dibattito sulle proposte del Psi in Consiglio Regionale.

 



Il segretario cittadino Vito Quagliara e il consigliere regionale Francesco Pietrantuono

mercoledì 19 novembre 2014

Seminario sul lavoro

Sabato 22 novembre presso il Centro Nitti di Melfi si terrà il seminario "Il lavoro per la crescita del Mezzogiorno" organizzato dal Psi Basilicata in collaborazione con la rivista Mondoperaio e la Fondazione Socialismo. Di seguito il manifesto e l'articolo apparso oggi sulla Nuova del Sud.








lunedì 21 luglio 2014

Discriminazione


In questi giorni in cui l'attenzione mediatica è principalmente rivolta al conflitto israelo-palestinese, a quello ucraino e all'assoluzione di Berlusconi per il caso Ruby, ci è balzata agli occhi una notizia che, seppur non come le suddette, ci pare importante e degna di essere commentata. Una docente, da alcuni anni impiegata in un istituto religioso privato di Trento, è stata licenziata. Per far quadrare i conti è stato detto. In realtà, come subito si è scoperto, la docente è stata licenziata per il suo orientamento sessuale. Perché è omosessuale. La madre superiora, direttrice dell'istituto, si è giustificata dicendo di aver fatto una valutazione "di carattere etico-morale". A questo punto alcune domande nascono spontanee. La valutazione "etico-morale" è stata fatta per ogni docente che lavora nell'istituto? E su cosa si basa questa valutazione? La realtà è che si tratta di discriminazione, sessuale in questo caso, bella e buona. La giustificazione addotta dalla direttrice dell'istituto, dunque, non sta "né in cielo né in terra". Non sta "in cielo" perché una persona di fede cristiana, prima ancora che cattolica, dovrebbe (il condizionale ci pare d'obbligo in questo caso) sapere che tutti sono uguali, come affermato duemila anni fa da un tizio di cui ci sfugge il nome, e comportarsi di conseguenza. Non sta "in terra" perché da cittadina dovrebbe conoscere la Costituzione Italiana e quindi sapere che, per legge, tutti sono uguali e non possono essere discriminati per alcun motivo. E come se non bastasse, l'istituto percepisce fondi pubblici. Ma sul finanziamento pubblico alle scuole private e, in generale sui privilegi della Chiesa, noi socialisti abbiamo già dato. Inutilmente[1]


[1] Si veda il post “Dio e Cesare” del 25.08.2011