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mercoledì 22 febbraio 2012

Dalle stelle alle stalle

Uno dei più gravi errori che la politica post-tangentopoli ha commesso, è stato quello di chiudersi nei palazzi e, soprattutto, nelle televisioni. Ciò ha permesso, da un lato, il trionfo del berlusconismo, che sopravvive a Berlusconi stesso, e dall’altro il distacco, sempre più profondo, dalla realtà quotidiana del paese. Logica conseguenza ne è stata la crescente disaffezione della gente verso i partiti, considerati tutti uguali e con l’unico intento di conseguire sempre più potere. Con questa crisi dei partiti, sono nate nuove formazioni politiche che fanno capo ad una sola persona o a poche, spesso nominate dal capo stesso. Pensiamo al Pdl ma anche all’Idv e a Sel. 
In questo contesto, da un anno a questa parte, è comparsa un’altra formazione politica di questo tipo: il Movimento 5 Stelle di Beppe Grillo, nato come associazione di liste civiche. La motivazione di fondo della sua costituzione sta nella più totale avversione verso i partiti e vuole cavalcare così la disaffezione antipolitica di cui sopra. Motivazioni rispettabili ma, per quanto ci riguarda, altrettanto opinabili. E’ risaputa la nostra posizione sulle liste civiche e non è il caso di riprenderla. Non condividiamo la motivazione di Grillo e dei suoi sostenitori secondo i quali i partiti devono essere superati e che il cambiamento, ovviamente in meglio, è rappresentato solo dal M5S. 
I partiti devono essere riformati e riportati alla loro funzione di indirizzo politico (che non esercitano più, ridotti come sono a gruppi di capicorrente che mirano solo al potere), non superati per far posto a nuovi uomini della Provvidenza. Il M5S si è presentato alle scorse amministrative in più città ottenendo un lusinghiero risultato. Dopodichè sono cominciati i problemi. Fedele alla sua icona di contestatore, una sorta di novello Masaniello, il buon Beppe ha cominciato a sparare a destra e a manca. Ha iniziato criticando aspramente la vittoria di Pisapia a Milano, per poi passare a Vendola e a De Magistris. Successivamente ci sono state le giustificazioni (con tanto di marcia indietro…) alle violenze in Val di Susa per la costruzione della TAV e agli ordigni alle varie sedi di Equitalia. Criticare è legittimo, farlo a prescindere, ritenendosi un guru infallibile, è presunzione. Giustificare la violenza è pericoloso e da irresponsabili. Le critiche sono piovute a raffica, anche da parte degli stessi grillini. Come se nulla fosse, il Nostro ha proseguito per la sua strada e ha affidato il M5S a una stretta oligarchia, da lui nominata e che solo a lui fa capo, alla faccia della condivisione e della democrazia! Non mancano le correnti, i litigi e le lotte intestine per le poltrone. Insomma il M5S comincia a somigliare sempre più a quei partiti che avversa. Alle critiche, però, cominciano ad aggiungersi le defezioni. Che sono diventate più numerose (anche se pochi ne parlano, perché bisogna portare acqua al mulino del Movimento) in occasione dell’uscita di Grillo sullo ius soli[1], cioè il riconoscimento della cittadinanza italiana ai nati in Italia da immigrati stranieri che vivono e lavorano nel nostro paese. Un segno di grande civiltà. 
Grillo invece lo ha bocciato, al pari della Lega e del Pdl (queste ultime con motivazioni diverse) ritenendolo solo fumo negli occhi per distrarre gli italiani dai problemi reali. I suoi stessi sostenitori lo hanno bollato come xenofobo, razzista e fascista. Alcuni lo hanno persino invitato a lasciare il Movimento! 
Le polemiche e le critiche nei confronti del Movimento 5 Stelle sono diventate ancora più forti a proposito della Giornata della Memoria. In occasione della quale, il M5S del Piemonte, sulla propria pagina di Facebook, ha fatto un paragone orribile e inquietante, equiparando nazismo e sionismo[2]
A parte una presa di distanza formale da parte dei consiglieri del M5S eletti alla regione Piemonte (il post è stato rimosso con notevole ritardo e solo a causa delle feroci polemiche scaturite) e di qualche altro amministratore, non si è avuta nessuna reazione scandalizzata dalla maggior parte dei grillini, men che meno dal grande capo! Ora, siamo tutti d’accordo nel criticare e condannare la politica colonialista di Israele, i crimini commessi nei confronti dei palestinesi, e auspichiamo una soluzione pacifica del conflitto mediorientale e la creazione di uno Stato palestinese. Detto questo, però, non ci risulta che i palestinesi vengano deportati in massa, rinchiusi in campi di concentramento e sterminati con le camere a gas o nei forni crematori. E allora vogliamo chiudere questo post con Albert Einstein. Il quale, ebreo, per sfuggire ai nazisti, emigrò negli Stati Uniti. Sul questionario d'immigrazione, alla voce "razza" scrisse: Umana.

[1]In Italia, la disciplina è interamente demandata alla legge ordinaria. La cittadinanza si può acquisire:
-con lo ius sanguinis (diritto di sangue):nascita da un genitore in possesso della cittadinanza;
-con lo ius soli (diritto del suolo), per il fatto di essere nato sul territorio dello stato;
-per il fatto di aver contratto matrimonio con un cittadino;
-per naturalizzazione (o per decreto o concessione), a seguito di un provvedimento della pubblica autorità, subordinatamente alla sussistenza di determinate condizioni.
Attualmente la maggior parte degli stati europei adotta lo ius sanguinis, eccetto la  Francia, dove vige lo ius soli dal 1515.


[2] Il sionismo è un movimento politico internazionale il cui scopo originario era quello dell'affermazione del diritto all'autodeterminazione del popolo ebraico attraverso l'istituzione di uno stato ebraico. Con la creazione di quest’ultimo nel 1948, si è trasformato in movimento di sostegno allo stato. Non tutti gli ebrei del mondo sono favorevoli ad esso, non ne fanno parte e sono fortemente critici, soprattutto riguardo alla politica adottata da Israele nei confronti dei palestinesi.




giovedì 16 febbraio 2012

Il ritorno del Gattopardo


Vent’anni fa un uomo politico, grande leader e grande statista, veniva assurto a simbolo di quel terremoto politico-giustizialista conosciuto come Tangentopoli. Solo a lui, nonostante i successi ottenuti sia in campo politico sia in campo economico da Presidente del Consiglio[1], venne riservato, soprattutto da un’opinione pubblica aizzata da chi gli era stato sempre politicamente e personalmente avverso, un trattamento terribile. Il prezzo pagato, a fronte delle reali responsabilità che furono accertate durante i procedimenti giudiziari  e che non erano maggiori rispetto a quelle di altri leader e partiti coinvolti, fu salatissimo. Oltre a subire quello morale, rischiò il linciaggio fisico in una famosa sera in cui la barbarie prese il sopravvento sul rispetto di un essere umano. Un’ inutile, ultima, umiliazione che si poteva e si doveva risparmiare. Troppo tardi avvenne la sua ammissione di responsabilità con la denuncia di un sistema totalmente corrotto[2]. Si pensava che la sua 
(e del suo partito) fine , politica e umana, potesse chiudere definitivamente una brutta e drammatica stagione della politica italiana. Invece, a vent’anni di distanza, siamo a parlare ancora una volta di corruzione nei partiti come se nulla fosse (o meglio è) cambiato. Il caso di Luigi Lusi, senatore del Pd accusato di aver sottratto ben 13 ml di euro quando era tesoriere della Margherita[3] ci riporta indietro nel tempo. La Margherita è stato uno dei due cofondatori del Pd. Dove, nonostante l’espulsione immediata dal partito di Lusi, non sono affatto tranquilli. La vicenda sta passando in secondo piano, a causa del maltempo che attanaglia l’Italia e che occupa le cronache di Tg e giornali. La questione è grave. Oltre all’illecito, l’aspetto più allucinante è che partiti ormai estinti continuino a ricevere contributi dallo Stato. Tra il 2007 e il 2011, questi partiti hanno continuato a percepire cospicui rimborsi elettorali (per qualsiasi elezione) per cinque anni anche se la legislatura ne durava due[4]. Inoltre, i partiti che superano lo sbarramento (laddove previsto cioè per le politiche e le europee), e cioè gli stessi di cui sopra, si spartiscono i soldi dei rimborsi dei partiti che invece non ce l'hanno fatta. Un vergognoso doppio scandalo perpetrato da chi, nel 1992, si ergeva sul piedistallo di una falsa moralità e innocenza. E' il ritorno del Gattopardo di Tomasi di Lampedusa: “bisogna che tutto cambi perché tutto resti com’è”. E’ così è stato. Il caso Lusi dimostra, non essendo né il primo né l’ultimo (è di questi giorni la notizia dell'arresto del vicepresidente del consiglio regionale umbro ed ex-sindaco di Gubbio Orfeo Goracci, di Rifondazione Comunista, per abuso d'ufficio e concussione), come la corruzione nei partiti non sia stata affatto sconfitta, così come la questione morale non ancora affrontata seriamente[5]. Inoltre la vicenda riporta a galla i limiti e le manchevolezze di un’indagine, Tangentopoli, parziale e poco efficace. Carlo De Benedetti, il proprietario ed editore del quotidiano La Repubblica e  del settimanale L'Espresso, nel libro del giornalista M. Damilano[6] ha affermato: “in quella operazione (cioè Mani Pulite ndb) il PCI è stato protetto, perché sia Borrelli che D’Ambrosio volevano distruggere un sistema di potere, non tutti i partiti, non la politica”. 
Non sappiamo se le cose siano andate così come afferma De Benedetti. 
Certo, a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca.




[1] Per quanto riguarda quelli politici ricordiamo il caso Sigonella, uno degli esempi più lampanti. Per quelli in campo economico, riportiamo qualche stralcio delle considerazioni finali del Governatore Carlo Azeglio Ciampi (certamente non un craxiano nè tantomeno un socialista) alla 93a assemblea della Banca d'Italia “ ...Nel 1986 si sono concentrati i frutti di una azione tenace e di tendenze positive come non era più avvenuto da quando la prima crisi petrolifera, unendosi a squilibri interni, serrò l'economia italiana nelle strette dell'inflazione e ne minò la possibilità di sviluppo. La produzione e soprattutto la domanda interna hanno accelerato la crescita al 2,6% dell'una, al 3,2% dell'altra; il fabbisogno statale è stato contenuto entro i 110mila miliardi, al netto degli interessi e delle regolazioni di debiti pregressi è sceso da 46.000 a 36.000 miliardi di lire. Soprattutto  l'inflazione è stata piegata. Quei progressi sono stati il risultato ultimo dell'azione del Governo, che si oppose alla deriva a cui, all'inizio degli anni '80, i prezzi e il sistema produttivo stavano abbandonandosi e che affrontò le cause interne all'inflazione. L'economia italiana è stata sottratta a squilibri irreparabili. L'ampliarsi del disavanzo pubblico veniva contrastato, la politica delle tariffe e dei prezzi amministrati cercava di contemperare le esigenze allocative e distributive con quella di non alimentare l'inflazione."


[2] In un drammatico discorso alla Camera dei Deputati il 3 luglio 1992, in cui chiamò a correità tutti i partiti. Ne diamo lo stralcio più significativo: “ Tutti sanno del resto che buona parte del finanziamento politico è irregolare o illegale. I partiti, specie quelli che contano su apparati grandi, medi o piccoli, giornali, attività propagandistiche, promozionali e associative, e con essi molte e varie strutture politiche operative, hanno ricorso e ricorrono all’uso di risorse aggiuntive in forma irregolare o illegale. Se gran parte di questa materia deve essere considerata materia puramente criminale, allora gran parte del sistema sarebbe un sistema criminale. Non credo che ci sia nessuno in quest’Aula, responsabile politico di organizzazioni importanti, che possa alzarsi e pronunciare un giuramento in senso contrario a quanto affermo: presto o tardi i fatti si incaricherebbero di dichiararlo spergiuro.”. 
L’Aula rimase in un assordante silenzio. Nessuno si alzò.

[3] Sembra per finanziare il Big Bang di Matteo Renzi, oltre che per arricchimento personale.

[4] In dettaglio ecco le cifre (fonte: La Repubblica)
I Ds tra il 2008 e il 2011 hanno percepito in totale 32.312.974€. Il partito chiuse nell’ottobre 2007;
La Margherita, anche esso chiuso nell’ottobre 2007,  tra il 2008 e il 2011 ha ricevuto 21.562.353€;
Forza Italia, chiuso nel novembre 2007, ha percepito quasi 100ml di €;
An, chiuso nel 2009 (ma già nel 2008 si presentò alla elezioni sotto il simbolo del Pdl), ha percepito quasi 60 ml di €;
Uniti nell’Ulivo chiuse dopo la caduta del governo Prodi. Ma continuò a percepire i rimborsi. In totale furono circa 52 ml€, finiti nelle casse di Ds e Margherita che gli avevano dato vita;
Infine la Sinistra Arcobaleno (Rifondazione Comunista, Comunisti Italiani, Sinistra Democratica e Verdi) che si presentò solo alle elezioni del 2008 (e poi si sciolse). In totale, dal 2008 al 2011, i partiti che ne facevano parte hanno incassato, complessivamente, circa 7.108.000€


[5] Persino i Radicali! L’ex tesoriere del partito, Pasquale Quinto, è stato condannato a 10 mesi di reclusione per appropriazione indebita e aggravata dalle casse del partito.

[6] Eutanasia di un potere – ed. Laterza 2012