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giovedì 6 ottobre 2011

Il Profumo della politica

Parlare dell’imprenditoria italiana e delle sue ultime uscite nel giorno in cui Steve Jobs ci ha lasciati può sembrare un po' ridicolo, tanto grande è la figura del genio di Cupertino e di ciò che ha inventato e prodotto. 
Magari avessimo un imprenditore che gli somigliasse almeno in parte. 
Anche se così non è ci possiamo consolare perché i nostri imprenditori, resisi conto che l’Italia sta affondando, a mò di cavalieri senza macchia (‘nsomma) e senza paura, sono pronti a sacrificarsi per risollevarne le sorti. Come? Sostituendosi alla tanto vituperata classe politica. 
E che c’azzeccano direbbe il buon Tonino da Montenero di Bisaccia? 
Prima di rispondere a questa domanda facciamo una cronistoria degli eventi. A preparare il terreno è stata Emma Marcegaglia, Presidente di Confindustria, che già da un po’ di tempo ha presentato il cahier de doleances di Viale dell’Astronomia al Governo, già abbandonato (meglio tardi che mai) dalla Chiesa Cattolica con le forti dichiarazioni del card. Bagnasco, e sancendo la definitiva fine della luna di miele. 
Luca Cordero di Montezemolo, anche lui già da tempo, con la sua associazione ItaliaFutura fa politica strizzando l’occhio al Terzo Polo, eventuale casa per una sua probabile discesa in campo. Chi invece ha chiaramente espresso la propria volontà di candidarsi, per il bene dell’Italia s’intende, è il potente banchiere ed ex a.d. di Unicredit, Alessandro Profumo. Infine, per non farci mancare niente, Diego Della Valle compra una pagina dei principali quotidiani italiani per lanciare i suoi strali all’attuale classe politica. Mentre le iniziative della Marcegaglia e di Montezemolo non hanno provocato reazioni, anche perché note già da tempo, quella di Della Valle ha scatenato un piccolo terremoto. Il patron della Tod’s si è scagliato contro la maggior parte dei politici nostrani accusandoli di incompetenza e, in ultima analisi, di aver fallito. A favore di Della Valle si sono schierati l’Udc, ritenendosi la parte buona della politica e quindi non il destinatario dell’attacco, l’Idv e Fli che ne hanno dato una lettura esclusivamente antigovernativa. In realtà l’imprenditore marchigiano non ha fatto nessuna distinzione di schieramento: tutti uguali. La riprova di ciò sta nella reazione furiosa non solo degli esponenti del Pdl ma anche del Pd. In particolare di Rosy Bindi. 
La quale, e non è la prima volta come già abbiamo evidenziato in alcuni dei nostri precedenti post, predica bene e razzola male. Prima si scaglia contro Della Valle e poi fa la corte, politica s’intende, a Alessandro Profumo (non certo uno stinco di santo) invitandolo al convegno della propria corrente (già, gentili lettori, il Pd è talmente “democratico” che ogni parlamentare – o quasi – ha la propria corrente. Quella della Bindi si chiama “Democratici davvero”. Gli altri del partito evidentemente non lo sono!) svoltosi in questi giorni a Chianciano. Peccato però che Profumo si sia già promesso all’Api di Rutelli. 
Per ritornare al tema del post ci sentiamo di condividere, anche se troppo generalizzata, l’accusa di Della Valle. Che l'attuale classe politica abbia fallito è sotto gli occhi di tutti. Non riconoscerlo significa mettere la testa sotto la sabbia come gli struzzi. Che Berlusconi sia il principale artefice di questo sfascio è altrettanto chiaro. E’ pur vero però che qualcun altro, adesso all’opposizione, non si è ancora assunto la grave responsabilità di aver riportato a Palazzo Chigi l’uomo di Arcore per ben due volte dopo che era stato sconfitto alle elezioni. E’ questa la principale corresponsabilità di parte del centrosinistra della disastrosa situazione attuale. Non siamo d’accordo però con Della Valle quando vuole sostituire la società civile alla classe politica. Già in altre occasioni, si discuteva di politica locale, abbiamo espresso la nostra contrarietà a questo pensiero. Non c’è scritto da nessuna parte, ed è ancora tutto da dimostrare, che la classe politica sia peggio della società civile. La quale, se veramente vuole dare un serio contributo al Paese, deve stimolare e se necessario, anche forzare, con proposte e uomini credibili, il rinnovamento della classe politica ormai necessario. Non deve sostituirsi a essa e per fare cosa poi? Cambio di potere? Altrimenti avremo al comando uomini che rispondono solo a se stessi (il caso Calearo sembra non aver insegnato nulla). E dove sarebbe poi il cambiamento visto che è già così in molti partiti, soprattutto a livelli più locali. L’Italia ha bisogno, adesso più che mai, non di improvvisati salvatori della Patria ma di gente che faccia e sappia fare il proprio mestiere. Gli imprenditori investino di più in Italia piuttosto che in Cina. I banchieri allentino i cordoni della borsa e non speculino invece di arricchire un stretta oligarchia a scapito di molti, ingessando in maniera inverosimile l’economia italiana. La classe politica capisca una volta per tutte che il suo rinnovamento non è più procrastinabile e che gli attori attuali, il cui ciclo ventennale è ormai alla fine, devono lasciare definitivamente la scena ad altri che sappiano dare quelle risposte di cui il Paese ha bisogno. D’altronde Silvio Berlusconi non è un politico ma un imprenditore. Che al momento della sua discesa in campo si presentò come un novello salvatore della Patria. 
E’ sufficiente come esempio?

3 commenti:

Ghino di Tacco ha detto...

Leggendo questo post ritrovo la capacità di lettura critica e l'onestà intellettuale dello storico P.S.I.,il partito,tra gli altri, di Nenni e di Pertini, che qualche "politicuccio" dei nostri tempi cerca, miseramente quanto inutilmente,di infangare.

Pasquino ha detto...

Non si vuol capire che mai come in questo momento c'è bisogno di Partiti dagli orizzonti chiari cne controllino gli uomini e non di uomini che controllino i partiti

Anonimo ha detto...

Pasquino auspica la rivoluzione copernicana della politica nostrana.
Io sono d'accordo,ma sarà impresa ardua.