sabato 14 luglio 2012
Cervelli in fuga: nuova puntata
Leoluca e le poltrone
Eletto per la
quarta (!) volta sindaco di Palermo, Leoluca Orlando avrebbe già dovuto
dimettersi dalla carica di parlamentare, cosi come stabilisce una sentenza
della Corte Costituzionale del 2011, che sancisce l’incompatibilità della
carica di sindaco di un comune con più di 20.000 abitanti con quella di
parlamentare. A tutt’oggi il buon Leoluca, ricordiamo ras incontrastato
dell’Idv siciliano, non ha ancora compiuto questo semplice passo. Il perché non
ci è dato sapere. Bostik
Gianfranco e il futuro
Da quando ha
abbandonato il Pdl, Gianfranco Fini non ne azzecca più una. Fallito, per ora,
il progetto del Terzo Polo, con una formazione politica, Fli, che non è mai
decollata veramente, il buon Gianfranco sta cercando in tutti i modi di dare un
senso al suo futuro politico sempre meno roseo. E così, l’ultima pensata è
stata quella di allearsi con il Pd per il 2013, con Bersani premier, a patto
che l’eventuale governo sia appoggiato dagli stessi partiti che sostengono quello
attuale. All’interno di Fli le critiche sono piovute come grandine. A tutto c’è
un limite hanno sostenuto in parecchi. Opportunismo o colpo di sole?
Michele e la
televisione
Michele Santoro è un conduttore sicuramente carismatico
ma che spesso predica bene e razzola male. Dopo aver lasciato mamma Rai (con
una buonuscita di 2 mln di euro) e fallito l’accordo con La7, fonda Servizio
Pubblico, un programma indipendente trasmesso in streaming, finanziato con una
libera sottoscrizione di 10 €. In poco tempo fu raccolto 1 mln e così
l’avventura iniziò. Oggi, a distanza di un anno, Santoro ritorna sulle proprie
decisioni e firma un cospicuo accordo commerciale con La7 (8 mln di euro per 24
puntate) per trasmettere Servizio
Pubblico. I sottoscrittori del web non l’hanno presa bene. E delusi dalla
“rivoluzione tradita” chiedono conto del denaro che hanno dato al conduttore.
Che promette nulla cambierà. Servizio pubblico o privato?
Pierluigi e le
primarie
“Faremo le primarie”. Non più di un mese fa il
segretario del Pd Pierluigi Bersani faceva questo annuncio. All’interno del Pd
si scatenò la corsa a chi doveva parteciparvi. Ogni giorno i candidati
aumentavano sempre più. Ma nell’o.d.g. dell’assemblea nazionale del Pd del 16
luglio la discussione sulle primarie è scomparsa con buona pace dei c.d.
rottamatori o rinnovatori. I quali, a partire da Renzi e Civati per finire alla
Serracchiani hanno preferito, democristianamente, glissare sull’argomento
condividendo la scelta del segretario. Ma a pochi giorni dall’assemblea
nazionale ecco il “contrordine compagni!”. Le primarie si faranno purché non si
trasformino in un congresso del partito. Il rinnovamento, come il paradiso, può
attendere. Confusionario.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
0 commenti:
Posta un commento