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lunedì 21 luglio 2014

Discriminazione


In questi giorni in cui l'attenzione mediatica è principalmente rivolta al conflitto israelo-palestinese, a quello ucraino e all'assoluzione di Berlusconi per il caso Ruby, ci è balzata agli occhi una notizia che, seppur non come le suddette, ci pare importante e degna di essere commentata. Una docente, da alcuni anni impiegata in un istituto religioso privato di Trento, è stata licenziata. Per far quadrare i conti è stato detto. In realtà, come subito si è scoperto, la docente è stata licenziata per il suo orientamento sessuale. Perché è omosessuale. La madre superiora, direttrice dell'istituto, si è giustificata dicendo di aver fatto una valutazione "di carattere etico-morale". A questo punto alcune domande nascono spontanee. La valutazione "etico-morale" è stata fatta per ogni docente che lavora nell'istituto? E su cosa si basa questa valutazione? La realtà è che si tratta di discriminazione, sessuale in questo caso, bella e buona. La giustificazione addotta dalla direttrice dell'istituto, dunque, non sta "né in cielo né in terra". Non sta "in cielo" perché una persona di fede cristiana, prima ancora che cattolica, dovrebbe (il condizionale ci pare d'obbligo in questo caso) sapere che tutti sono uguali, come affermato duemila anni fa da un tizio di cui ci sfugge il nome, e comportarsi di conseguenza. Non sta "in terra" perché da cittadina dovrebbe conoscere la Costituzione Italiana e quindi sapere che, per legge, tutti sono uguali e non possono essere discriminati per alcun motivo. E come se non bastasse, l'istituto percepisce fondi pubblici. Ma sul finanziamento pubblico alle scuole private e, in generale sui privilegi della Chiesa, noi socialisti abbiamo già dato. Inutilmente[1]


[1] Si veda il post “Dio e Cesare” del 25.08.2011