Augusto Barbera, direttore della rivista Quaderni Costituzionali e professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Bologna dal 1994, ha elencato alcuni dei contributi più importanti realizzati dal PSI in Italia. «Non è possibile ricostruire in poche righe il ricordo di un partito così importante per la storia del nostro Paese. Tra i tanti meriti del PSI non possiamo dimenticare il contributo dato alla nascita della democrazia nel nostro Paese, essendo stato il primo partito di massa nella storia italiana; la battaglia, importantissima, per sconfiggere il fascismo; l’apporto alla Costituente; la modernizzazione del Paese con le riforme del primo centrosinistra; il rafforzamento della politica di cooperazione atlantica con i governi Craxi; l’aver posto il tema delle riforme istituzionali, pur se mai riuscito e mai perseguito fino in fondo, con l’eccezione del superamento del voto segreto. Manca, purtroppo, tra i successi del PSI il tentativo di unificare la sinistra dopo la caduta del muro di Berlino. Sarà questo insuccesso politico, e non Tangentopoli, la causa di fondo della sua crisi».
sabato 28 aprile 2012
Buon compleanno!
Il 15 agosto del 1892
nacque a Genova, nella sala Sivori, il Partito dei Lavoratori Italiani, unione
della corrente riformista di Filippo Turati e di tutti quei movimenti operai di
ispirazione marxista che si battevano per l’uguaglianza e la giustizia sociale.
Un anno dopo, durante il congresso di Reggio Emilia, il partito assunse
finalmente il nome che porterà con orgoglio per più un secolo, quello di
Partito Socialista Italiano.
A centoventi anni di distanza, oggi sabato 28 aprile
2012, il PSI sceglie di celebrare quello storico evento a Genova, nella stessa
sala che diede la luce a cuore ed anima del riformismo italiano. Riportiamo il messaggio del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano e le
riflessioni di Augusto Barbera, di Giuseppe Tamburrano, di Don Andrea Gallo e di Francesco Alberoni.
Augusto Barbera, direttore della rivista Quaderni Costituzionali e professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Bologna dal 1994, ha elencato alcuni dei contributi più importanti realizzati dal PSI in Italia. «Non è possibile ricostruire in poche righe il ricordo di un partito così importante per la storia del nostro Paese. Tra i tanti meriti del PSI non possiamo dimenticare il contributo dato alla nascita della democrazia nel nostro Paese, essendo stato il primo partito di massa nella storia italiana; la battaglia, importantissima, per sconfiggere il fascismo; l’apporto alla Costituente; la modernizzazione del Paese con le riforme del primo centrosinistra; il rafforzamento della politica di cooperazione atlantica con i governi Craxi; l’aver posto il tema delle riforme istituzionali, pur se mai riuscito e mai perseguito fino in fondo, con l’eccezione del superamento del voto segreto. Manca, purtroppo, tra i successi del PSI il tentativo di unificare la sinistra dopo la caduta del muro di Berlino. Sarà questo insuccesso politico, e non Tangentopoli, la causa di fondo della sua crisi».
Augusto Barbera, direttore della rivista Quaderni Costituzionali e professore ordinario di diritto costituzionale all’Università di Bologna dal 1994, ha elencato alcuni dei contributi più importanti realizzati dal PSI in Italia. «Non è possibile ricostruire in poche righe il ricordo di un partito così importante per la storia del nostro Paese. Tra i tanti meriti del PSI non possiamo dimenticare il contributo dato alla nascita della democrazia nel nostro Paese, essendo stato il primo partito di massa nella storia italiana; la battaglia, importantissima, per sconfiggere il fascismo; l’apporto alla Costituente; la modernizzazione del Paese con le riforme del primo centrosinistra; il rafforzamento della politica di cooperazione atlantica con i governi Craxi; l’aver posto il tema delle riforme istituzionali, pur se mai riuscito e mai perseguito fino in fondo, con l’eccezione del superamento del voto segreto. Manca, purtroppo, tra i successi del PSI il tentativo di unificare la sinistra dopo la caduta del muro di Berlino. Sarà questo insuccesso politico, e non Tangentopoli, la causa di fondo della sua crisi».
Il professor Giuseppe Tamburrano,
storico dirigente del PSI e attuale presidente della Fondazione Pietro Nenni,
auspica un ritorno agli ideali che sono stati alla base della fondazione del
partito, augurandosi che i giovani riescano oggi a portare avanti un testimone
importante e a lungo trascurato. «Il centoventesimo anniversario è un evento
straordinariamente rilevante. Il PSI è il partito più importante della storia
d’Italia, un partito che ha lottato per cause giuste. Ha, certo, commesso degli
errori ma ha amato profondamente ciascuno dei suoi compagni. Per me, come la
crisi del capitalismo dimostra, non è morto. Sono morti forse i socialisti ma
spero che le nuove generazioni saranno in grado si riprendere in mano quella
bandiera gloriosa, per battersi per quegli stessi ideali all’insegna dei quali
è nato il partito nel lontano 1892. Ideali di fratellanza, uguaglianza e
libertà per tutti. Ideali dei quali oggi più che mai si sente il bisogno,
particolarmente in Italia. Ricordiamo questo anniversario non come una
commemorazione di un caro estinto ma come un impegno per riunire chi aderisce a
quegli ideali degli inizi (ovviamente calati nel mondo moderno e attualizzati),
per dare maggiore giustizia libertà e uguaglianza a tutti gli uomini e a tutte
le donne italiane».
Don Andrea Gallo, guida la
comunità genovese di San Benedetto al Porto da oltre quarant’anni. Al
contrario della curia genovese, che “incoraggia il candidato del pdl, alle
elezioni comunali di Genova Don Gallo sostiene, come anche il Partito
Socialista Italiano, Marco Doria, il candidato indipendente che alle primarie
ha sbaragliato il Pd.
Per
Don Gallo “chi riprende i valori del socialismo è da
abbracciare subito. I valori non muoiono mai, magari possono cambiare di nome. Quando
il presidente Pertini passava per i paesi, tutti si toglievano il cappello e lo
salutavano. Quando i bambini chiedevano: “Chi è quello?”, noi rispondevamo: “Un
galantuomo”.
Il sociologo Francesco Alberoni ha voluto invece ricordare
l’importanza del socialismo come peso sullo scacchiere internazionale, in un
momento in cui il riformismo veniva piuttosto messo in disparte. «Il partito
socialista è stato il grande protagonista del riformismo. È vero che in questo
senso c’è stata anche una grande tradizione nell’area cattolica ma di fatto il
vero riformismo è figlio del socialismo. In questo senso il Psi non ha mai
avuto dubbi: non ha mai voluto eliminare il capitalismo e creare un “sistema
perfetto” ma riformare nel concreto, partendo dal basso. Aveva una vena
marxista ma non era dominante, non riduceva la vita all’economia. C’è una
grande tradizione, quella riformista, che è stata il lievito fecondante delle
migliori riforme che abbiano condizionato l’equilibrio europeo, proprio nel
periodo in cui erano dominanti gli estremismi. Il socialismo ha avuto la
consapevolezza dei limiti e degli estremi, ed è stato proprio questo a renderla
un’ideologia degna di rispetto, odiata da tutti coloro che idolatravano l’eccesso.
Anche per questo i socialisti sono stati massacrati da nazisti, dai comunisti,
dai fascisti. E non si può dire che loro abbiano massacrato mai qualcuno.
Quindi, a mio avviso, è giusto ricordare i socialisti e la loro storia, una
storia che merita e che è di grande valore, ingiustamente bistrattata dalla
storia».
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1 commenti:
E lunga vita !!!!!!!!
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