giovedì 10 maggio 2012
Considerazioni sul voto delle amministrative
Senza essere il
Nostradamus di turno, ci sono delle cose non prevedibili a differenza di altre.
All’inizio del campionato nessuno, nemmeno il tifoso più ortodosso, poteva
prevedere la vittoria finale della Vecchia Signora del calcio italiano. Au
contraire erano prevedibili i risultati
di queste elezioni amministrative. Crollo verticale del Pdl, sonora sconfitta
della Lega Nord, Terzo Polo che praticamente non esiste, Sel e Idv raccolgono
misere percentuali (tra il 3% e il 4%), il Pd tiene botta ma non vince. Alla
luce di questi risultati il 3% ottenuto dal Psi, nonostante la perdurante e manifesta
ostilità mediatica, è più che soddisfacente. Avremo occasione di ritornare, in
un prossimo post, sul nostro risultato e sulle prospettive del socialismo in
Italia. E poi ci sono i vincitori:gli astensionisti e la nuova star della
politica, pardon antipolitica, italiana cioè Beppe Grillo e il suo M5S. In
realtà i movimenti antipolitici non sono una novità. Il Fronte dell’Uomo
Qualunque di Guglielmo Giannini ne è il capostipite. Per attenerci alla Seconda
Repubblica, la Lega Nord non è forse nata come movimento antipolitico e
populista? Forza Italia, nei suoi primi vagiti, era sicuramente populista.
L’Idv di Di Pietro può essere definito l’erede moderno del Fronte dell’Uomo
Qualunque, vista la totale mancanza di politica che lo contraddistingue. E come
non notare che a capo di ognuno di questi partiti c’è un unico grande timoniere
proprio come il M5S? Ancora, come si può definire antipolitico o un non-partito
(definizione tanto cara a Grillo) un movimento che partecipa attivamente, con
una propria lista, con un proprio simbolo, con i propri candidati, alle
elezioni? Non è quello che fanno tutti i partiti? Vent’anni fa, sull’onda di
Tangentopoli, ci fu la discesa in campo di un novello uomo della Provvidenza,
magnate dei media e anch’egli antipolitico. Adesso ne abbiamo uno nuovo (di
uomo della Provvidenza) che i media, soprattutto i nuovi (i social network), li
conosce e li usa benissimo. Entrambi (allora c’era anche la neonata Lega Nord)
hanno cavalcato la tigre del malcontento e degli scandali politici con la sola
arma del populismo e della demagogia. Non è un caso che su 100 nuovi elettori
del M5S, quasi il 25% votava Pd, il 16,50% Lega Nord e quasi il 14% Pdl[1]. Intendiamoci. La scoppola ci voleva e pure forte. Il fenomeno Grillo
è nato perché gli attuali partiti sono ridotti chi a gruppi di capibanda che
voglio principalmente spartirsi il potere (il Pd ne è un esempio), chi
a formazioni che accentrano il potere in un’ unica persona (Idv, Sel, Pdl,
Udc). Per non parlare dei privilegi, delle prebende e degli sprechi. Noi
crediamo che con il populismo e la demagogia non si va da alcuna parte. Allo
stesso tempo crediamo che non si può andare avanti con questo modo e questi
attori politici. I partiti devono riformarsi, devono svegliarsi dal torpore che
li attanaglia da un ventennio. Devono riprendersi la loro funzione di indirizzo
politico, non abdicare a essa e alle grandi responsabilità che comporta, come
hanno fatto mettendo in sella un governo tecnico. Un’ultima considerazione. La
definiscono antipolitica perché in tanti considerano la politica “sporca”.
Abbiamo già sentito questa definizione un po’ di tempo fa, a proposito di
politica locale. Chi, come noi, fa parte di un partito, è “sporco”. Essere in
un partito significa avere il coraggio di un’identità politica, o come si suol
dire dalle nostre parti, di “mettersi la maglietta”. Il coraggio della
convinzione di un’idea politica ben definita, di appartenenza a questa idea,
con tutte le conseguenze passate, presenti e future che ciò comporta. Il coraggio
di non annullare questa identità in indefiniti calderoni politici che di
politica ne fanno, per ora, ben poca, solo perché i partiti vanno stretti
(magari per motivi poco nobili…) o per cavalcare onde di qualche genere. Anche
per questo Grillo e il suo M5S non ci piace affatto. Noi rispettiamo tutte le
appartenenze ma altresì pretendiamo rispetto per la nostra, sia come socialisti
che come partito in generale. Ci vogliamo confrontare sulle proposte, sulle
idee e sui programmi non sulle appartenenze a questo o quel partito o movimento
che sia. Questo è per noi il sale della democrazia, anzi la democrazia. Altro
che populismo e demagogia.
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3 commenti:
Storicamente l'italiano medio ha sempre avuto bisogno di un "Padrone" che lo basoni e lo prémi in base ad atti più o meno leciti; C. Augias nel suo ultimo libro lo esprime pienamente definendo l'italiano medio alla stregua di un asino da soma.
Grillo rappresenta il "padrone " attuale e ci si aggrappa al più famoso tra i pseudo-reazionari; figura mediatica che agisce nell'ombra ma che rompe le scatole alla luce! M5S propugna una libertà che già in fieri non auspica possibile, ritengo che la mancanza di una figura politica degna di tale NOME ha portato allo sfacelo e al disorientamento totale dell'elettore( sfociata successivamente nela scelta del meno peggioo quantomeno del più simpatico); non dimentichiamo che la politica dei grandi uomini non fu fatta con parolacce e buffonate ma con progetti, credi ed azioni degne di nota.
Caro Domenico, un'analisi, la tua, lucida e pienamente condivisibile. Il problema però resta. Grillo è il buffone di corte di turno e purtroppo all'orizzonte, almeno immediato, non solo non si vede alcuna figura politica degna di tale nome, per citarti, ma nemmeno alcun progetto serio di cambiamento. Avrà sempre più vita facile se permarrà lo status quo. E nulla di nuovo cambierà.
Il problema di Grillo e dei candidati del suo movimento è che parlano solo e non amministrano. Metteteli alla prova e ,tempo tre settimane , diventeranno come tutti gli altri( Lega Nord insegna). Il dramma di questo nostro povero Paese è che gli si può far credere tutto e il contrario di tutto senza riuscire a capire che il rinnovamento non è questione solo di uomini ,ma sopratutto di idee e valori.
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