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mercoledì 27 luglio 2011

La nuova questione morale

Che Rosy Bindi, presidente del Pd, sia una fervente antisocialista lo sapevamo già. In molte occasioni ha usato, nei nostri confronti, parole e giudizi alquanto sprezzanti, fuori luogo e poco obiettivi, dettati da obsolete e banali considerazioni, certo non da persona politica seria e intelligente. La sua ultima performance, in tal senso, è stata l’intervista che ha rilasciato alla Stampa del 24 luglio scorso sulla vicenda del sen. Tedesco e sulla questione morale all’interno del Pd. Nell’intervista la Bindi sottolinea, tra l’altro e con evidente disprezzo, il passato socialista del sen. Tedesco (“non voglio vedere il mio partito turbato da un ex socialista”). Come dire, nel Pd non c’è nessuna questione morale, ci sono solo alcune mele marce. Che sono gli ex socialisti. A parte la frase da “Manifesto sulla purezza della razza” di fascista memoria (allora gli ebrei oggi i socialisti), di per sé incommentabile, vogliamo fare alcune considerazioni. La prima sulla vicenda del sen. Tedesco, che da tempo e convintamente milita nel Pd. Tedesco è stato indagato, e per questo si dimise nel febbraio 2009 da assessore regionale al ramo, per lo scandalo della sanità pugliese. Nel luglio dello stesso anno, è subentrato al Senato, in quanto primo tra i non eletti in Puglia, al posto del dimissionario Paolo de Castro. Da allora sono passati ben due anni. Perché solo ora, dunque, il Pd ne chiede le dimissioni? Se nel Pd c’era e c’è il convincimento della colpevolezza di Tedesco perché la richiesta di dimissioni non è stata fatta subito, prima del voto in Senato? E per essere coerenti fino in fondo perché Tedesco non è stato sospeso dal partito quando è stato indagato nel 2009? Evidentemente per la Bindi (e per il Pd) il garantismo vale solo per gli iscritti al proprio partito, salvo poi disconoscerli e gettarli dalla rupe se hanno un passato socialista (la vicenda di Ottaviano Del Turco, completamente scagionato da ogni accusa e addebito, è illuminante in tal senso). La seconda riguarda la presunta onestà e superiorità morale del Pd. Sarebbe fin troppo facile dimostrare il contrario, numeri alla mano. Ma non è questo quello che ci interessa. Dobbiamo, invece, riconoscere che la questione morale, in tutti i suoi aspetti, riguarda la politica in generale. Ciò non significa “tutti colpevoli, nessun colpevole” ma prima si prende coscienza di questo “cancro”, prima si possono trovare le cure per debellarlo. Nascondere la testa sotto la sabbia come gli struzzi non serve a niente. L’ultima considerazione riguarda il post-Tangentopoli. I fatti, le cronache e le inchieste giudiziarie di questi giorni (e di questi anni) ci parlano di una disinvolta seconda Repubblica, di una politica corrotta come prima se non più di prima. Allora la domanda sorge spontanea. Nella loro ventennale carriera, cosa hanno prodotto i probi politici che dovevano bonificare la vita pubblica e fare le riforme atte cambiare, in meglio, tale sistema? Nulla. Che aspettano, quindi, gli strateghi del lancio di sputi e monetine e gli sbandieratori di cappio a dichiarare il loro fallimento e a farsi da parte definitivamente?
"Se fossi un uomo pubblico di qualche Paese asiatico, dove come in Giappone è costume chiedere scusa per i propri sbagli, vi chiederei scusa: scusa per il disastro seguito a Mani Pulite. Non voleva la pena di buttare all'aria il mondo precedente per cascare poi in quello attuale"
Francesco Saverio Borrelli , 27 maggio 2011

1 commenti:

pasquino ha detto...

L'on. Bindi com'é costume,pessimo,di tanta gente è priva di ogni minimo senso di obiettività. Riesce a vedere le pagliuzze negli occhi degli altri e non la trave nei propri. Pensate in quali mani sono i nostri destini!!!