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lunedì 3 maggio 2010

Intervista

Di seguito postiamo l'intervista integrale fatta al nostro Vice-segretario Vito Quagliara sulla giornata del 1° Maggio, pubblicata su Il Quotidiano di oggi 3 Maggio 2010.
"E' indispensabile una complessa rivisitazione del nostro ordinamento giuridico del lavoro, innanzitutto estendendo livelli minimi di tutela a tutte le forme in cui si estrinseca l'attività lavorativa" - afferma Marco Biagi, l'indimendicato giuslavorista assassinato nel 2001 a Bologna dalle BR. Il 1° Maggio è l'occasione per fare qualche analisi sul futuro dell'occupazione da parte delle sede locale del Psi di Genzano, intitolata a Pierino Scelsi. Gli uomini scompaiono ma le loro idee continuano a camminare sulle gambe degli altri. E le idee di Biagi sono fieramente portate avanti dai socialisti che propongono misure d'emergenza sul fronte occupazionale per far emergere il lavoro nero e liberare così risorse per creare nuovi posti di lavoro. "Occorre tutelare non solo chi ha il lavoro - precisa Vito Quagliara, vice-segretario del Psi di Genzano - ma anche chi lo cerca. E' necessario combattere a tutti i livelli e con tutti gli strumenti legislativi a disposizione lo sfruttamento dei lavoratori. In particolar modo vanno tutelate le categorie più deboli, puntando i binocoli sul lavoro minorile". "Biagi propone che le idee si tramutino in azione dal punto di vista pragmatico attraverso la creazione di uno Statuto dei Lavori da affiancare a quello dei Lavoratori - commenta Quagliara. In tal modo nascono nuove norme che possono governare i lavori emergenti in una società basata sulla conoscenza". "Lavoro" e "Legalità" sono le parole d'ordine per Il Psi in questa giornata importante, affinchè essa non si traduca soltanto in una festa ma anche in un momento per riflettere e trovare proposte concrete. Lo scopo deve essere quello di far sì che il lavoro diventi un diritto di tutti e non un privilegio di pochi. "Siamo ben consapevoli - puntualizza il vice-segretario del Psi - che le condizioni economiche attuali non sono particolarmente rosee, ma non bisogna nascondere la faccia dietro quest'alibi. Occorre avere la volontà politica di agire. Soltanto rimboccandosi le maniche l'Italia diverrà realmente una Repubblica fondata sul Lavoro".

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